Spectre” (2015) avrebbe potuto essere diverso dal film che conosciamo, se fosse stato impiegato lo script iniziale di John Logan. Sorprende tuttavia anche quanti aspetti simili alla versione finale erano già definiti nei primi mesi del 2013, quando Logan aveva completato il suo lavoro e prima che la sceneggiatura finisse tra le mani epurative di Neal Purvis & Robert Wade, sotto la supervisione di Sam Mendes. 

John Logan è stato autore della sceneggiatura di “Skyfall” insieme a Purvis & Wade, e dunque di “Spectre“. Ha inoltre creato, dal 2016, la fortunata “Penny Dredful“, nella quale si è trovato nuovamente a lavorare insieme a Sam Mendes e Rory Kinnear, nonché con l’ex-Vesper Lynd Eva Green e l’ex-James Bond Timothy Dalton.

Quelle che stiamo per riportare sono informazioni ricavate da un articolo online a proposito di alcuni aspetti alternativi di “Spectre” resi noti dallo scandalo Sony Leaks. Nel corso del 2014 un attacco hacker ha causato la fuoriuscita di diverse email scambiate fra i dirigenti produttivi di 007, e con esse importanti dettagli di trame, location e casting del film che sarebbe stato Bond 24. 

Il soggetto in questione, firmato John Logan, è “The Death Collector” (“Il collezionista di morte“), tratto dal titolo di un capitolo del romanzo “Si vive solo due volte”, esplicitamente connesso alla figura di Ernst Stavro Blofeld e alla Spectre, i cui diritti legali sono divenuti utili a EON nel novembre 2013. 

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John Logan sul set di “Penny Dreadful” di cui è creatore.

Nella sequenza pre-title avremmo visto tutto l’MI6 impegnato in un’azione sul campo ad Amsterdam. Mentre Moneypenny avrebbe guardato l’esterno, Mallory avrebbe guidato l’operazione. James Bond è impegnato in una lotta corpo a corpo con un pugile e killer italiano chiamato Valenti, corrispettivo di quello che sarà Marco Sciarra. Q si finge un medico di battaglia di Valenti. 007 si trova coinvolto in un inseguimento in motoscafo tra i canali con Valenti, al termine del quale non lo uccide ma 007 falsifica la propria morte. 

Già durante la scena di apertura Bond si sarebbe trovato tra le mani un dispositivo codificato che, decifrato, gli avrebbe rivelato il nome “Blofeld”, ma senza nessuna spiegazione. 

Dopo i titoli, a Londra, l’MI6 sa di avere al proprio interno una talpa, e la sospettata principale è Moneypenny. Durante il corso della trama si diffonde una pesante paranoia e Tanner e Moneypenny sono in esplicito disaccordo. Sembra che la prima idea fosse rivelare che Mallory sia la talpa, ma Ralph Fiennes abbia manifestato l’intenzione di abbandonare il ruolo se il suo personaggio si fosse rivelato un cattivo. Non sappiamo chi effettivamente fosse la talpa, ma possiamo intuire che l’ambiguità sia finita a caratterizzare il personaggio di C, Max Denbigh. 

Durante il film scopriamo che il vero nome di Blofeld è Joseph Ki-Embu: si tratta di un signore della guerra di origine africana con un risentimento molto forte nei confronti del Regno Unito, retaggio del colonialismo che ha impoverito e sfruttato la sua terra. Era in accordo per interpretarlo il candidato all’Oscar Chiwetel Ejifor. 

James Bond torna a Londra e viene inviato nuovamente in missione a Roma. Qui partecipa a un ballo in maschera, dove incontra nuovamente il killer Valenti, e si allea con una agente operativa della CIA chiamata Charlotte King.

Per esplicita richiesta di Sam Mendes, l’agente Charlotte King si sarebbe rivelata una affiliata della Spectre, ruolo di henchman che poi passerà a Mr. Hinx. Charlotte avrebbe avuto un ruolo persino più importante di quest’ultimo, ma Sam Mendes non amava il personaggio interpretato da Dave Bautista, perciò Mr. Hinx finì per essere poco sfruttato. Charlotte insegue James in automobile per le strade di Roma e lei avrebbe ritrovato Mr. White nello chalet in Austria, mentre James si sarebbe recato in una sorta di spa sulle vette, l’IceQ presente anche in “Spectre”.

Durante un inseguimento sugli sci in stile parkour, anziché in aereo, Bond avrebbe provocato a Charlotte una ferita in volto definita “iconica” nello script.

Sempre in Austria, James avrebbe avuto occasione di reincontrarre Franz Oberhauser, figlio del suo vecchio tutore, l’insegnante di sci austriaco Hannes Oberhauser inventato nel racconto “Octopussy”: in questo caso il personaggio non avrebbe avuto alcun legame con Blofeld. 

L’azione sarebbe poi passata in una base della Spectre a Tangeri raggiunta con un viaggio in treno attraverso il Nord Africa, esattamente come nel film definitivo, e infine a Londra. 

L’obiettivo del Blofeld di questa storia non avrebbe avuto a che fare con i “Nice Eyes” (ideati così e poi trasformati in “Nine Eyes”), ma con l’esplosione di una base NATO, e assolutamente non sarebbe stato in alcun modo collegato aprioristicamente a Bond.

Il finale avrebbe tentato ugualmente di unire i punti e James Bond si sarebbe allontanato dal servizio insieme al suo nuovo amore. 

Logan realizzò una seconda versione del medesimo script, in cui la sequenza iniziale sarebbe stata trasferita da Amsterdam a Città del Messico in occasione del Dia de los Muertos, e Moneypenny sarebbe rimasta gravemente ferita nel corso di questo segmento e portata in ospedale. Nel corso del film sarebbe stato presente anche il personaggio di Irma Bunt, compagna di Blofeld. 

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Christoph Waltz, il vero Blofeld di “Spectre”, insieme al regista Sam Mendes, responsabile di alcune scelte di sceneggiatura del film.

A quel punto intervennero Purvis & Wade, e conosciamo il risultato finale, diverso da quello che sarebbe stato “The Death Collector”.

Volete saperne di più sui film irrealizzati di 007? Abbiamo dedicato un articolo a Bond 17: il terzo Dalton mai realizzato, uno a Moonraker: il film perduto del 1956 e anche uno a Once Upon A Spy: il proto-Skyfall. Ma soprattutto Eiettati: tutti i film perduti di 007.

– Edoardo & Enrico Borghesio –


Fonti

MI6 Community

Fonti immagini

Roger Ebert

IndieWire

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