A partire dal debutto sul grande schermo, James Bond ha rivoluzionato il cinema d’azione, codificando di fatto la cold open, una sequenza di lunghezza variabile posta prima dei titoli di testa di ciascun episodio e che serve per introdurre la trama e il tono della pellicola. 

Il prologo quasi sempre prevede una scena d’azione colossale, spesso tra le più importanti del film, nella quale James Bond fa sfoggio dei propri caratteri mentre si destreggia tra donne e pericoli. Fra tutte le sequenze iniziali della storia di James Bond, per 24 film, non ce n’è una che non sia memorabile. 

Ci addentriamo nel difficile compito di stilare una classifica di tutte le pre-title di 007, tenendo conto della messinscena dell’azione, degli snodi dei primi minuti di film, e del risultato complessivo che permetta di goderne ancora oggi dopo anni. 

  1. Live And Let Die: San Monique contro UK 

Sul fondo della classifica delle pre-title di 007, prevedibilmente, ci sono le sequenze in cui James Bond non compare, e l’introduzione della storia è affidata ad altri personaggi. Le prime scene di Live And Let Die presentano con toni misteriosi le trame di morte ordite dal leader dell’isola-stato caraibica San Monique.

Tre emissari diplomatici del governo britannico vengono eliminati fantasiosamente in tre luoghi distinti: è degno di nota il folkloristico funerale di New Orleans, accompagnato da una sorprendente partitura, ma l’assenza di James Bond (combinata, per i più sensibili, ad un sottotesto non poco razzista) impedisce di appassionarsi veramente a tre segmenti tutto sommato privi d’identità, oltre che di Roger Moore. 

  1. The Man With The Golden Gun: l’isola di Scaramanga

The Man With The Golden Gun, secondo capitolo con Roger Moore ancora alla ricerca della formula vincente, si apre sull’isola paradisiaca del killer Francisco Scaramanga, di nuovo senza James Bond. Il villain ha la meglio contro un gangster durante una caccia gatto-topo nelle stanze della sua casa degli specchi, e prima dei titoli sceglierà 007 come suo prossimo trofeo. 

Il bonus di un film altrimenti mediocre è l’eponimo villain, interpretato dal carismatico Christopher Lee, ma nei primi minuti lo si vede troppo poco, quindi ci si deve limitare ad ammirare le caleidoscopiche e pur intriganti scenografie. Nel duello tra malviventi tuttavia non ci sentiamo particolarmente coinvolti, e la scena va avanti troppo in lungo senza mostrare 007. 

  1. Diamonds Are Forever: Bond cerca vedetta 

Scene violente e montaggi disonensti per aprire la più paradossale di tutte le pre-title, dove James Bond dovrebbe sembrare indiavolato e sofferente e invece appare piacione e seduttore, elimina il cattivo titolare ancora prima dei titoli di testa, e nessuno si riconosce perché tutti hanno cambiato faccia da un film all’altro. 

L’opening sequence di Diamonds Are Forever è piuttosto bizzarra, ma il ritmo tiene bene e fa piacere che Sean Connery sia tornato su suoi passi, anche se è evidente che non gli interessi più nulla. Si sarà almeno divertito ad usare un bikini per strangolare una tizia, e magari anche a colare il fango in faccia ad un sosia di Blofeld. Senz’altro è strano vedere che se la spassi così a cercar vendetta per la morte di Tracy. 

  1. You Only Live Twice: necrologio di un Comandante

La pre-title di You Only Live Twice è un’esplosione di fantaspionaggio in tre atti. Nel primo, una navicella spaziale viene “mangiata” da una capsula non identificata che provoca la morte di un’astronauta, dunque c’è un confronto tra le potenze dei blocchi, e infine si vede 007 che viene ucciso in un’imboscata tesa da un’amante giapponese. 

Benché l’intera sequenza riesca a mantenere il fiato sospeso (soprattutto la prima parte), appare tutto un poco surreale ed implausibile (soprattutto la seconda parte), in particolare per la quasi totale mancanza di sangue e per l’evidente svogliatezza che Sean Connery perpetrerà per tutta la durata del film. Oltre al fatto, a ben pensarci, che la morte del protagonista nei primi sei minuti di film è prevedibilissimamente fasulla.

  1. A View To A Kill: uno strano sport sulla neve

Le acrobazie sulla neve con cui comincia A View To A Kill permettono a James Bond di fuggire da misteriosi sicari che vorrebbero impedirgli di recuperare un prezioso microchip. Trattasi di un coerente anticipo del plot incentrato sull’avvento delle tecnologie informatiche, nel rispondere alla minaccia di due antagonisti monumentali come Christopher Walken e Grace Jones. 

Purtroppo, però, grandi cattivi non presenziano a inizio film, e nemmeno Roger Moore ci fa un’ottima figura: piuttosto appare tragicomicamente anziano rispetto all’atletismo che dovrebbe dimostrare. Il mondo non aveva ancora conosciuto lo snowboard, neonato sport californiano, ed ecco spiegata la scelta dei Beach Boys, complessivamente piuttosto stonati nella tensione dell’inseguimento. 

  1. Licence To Kill: James e Felix verso la chiesa

Si potrebbero dire tante cose sulla scena d’apertura di Licence To Kill, durante la quale 007 e Felix Leiter vengono fermati per compiere un arresto importante mentre si recano nella chiesa dove l’agente della CIA dovrebbe sposarsi. Il villain Franz Sanchez viene presentato molto bene come un individuo sadico e terrorizzante, ma la scena appare in totale involontariamente divertente.

Conoscendo i risvolti successivi del film, molto più crudo e violento della media (anche per Timothy Dalton), la missione iniziale che sfoggia un’immane operazione aerea con tanta leggerezza — come fosse un inframezzo quotidiano per James Bond — fa sembrare che gli spensierati anni ‘80 finiscano con l’inizio dei titoli di Licence To Kill. Ma se quell’immensa azione aerea è stata tanto dimenticata dal pubblico di oggi, probabilmente, non è girata bene quanto avrebbe potuto. 

  1. Die Another Day: Conflict Diamonds

James Bond raggiunge con un surf le coste della Corea del Nord, si sostituisce ad un trafficante e va a negoziare diamanti con un colonnello border-line, che ne scopre l’identità e dà inizio ad una sparatoria, sfociando in un inseguimento su overboard, infine i cattivi hanno la peggio ma 007 viene catturato e torturato (grazie alla scena dei titoli che ineditamente porta avanti la trama del film anziché suggerirla per icone).

Tutto questo è l’incipit di Die Another Day, esagerato e sopra le righe proporzionalmente al film. Fossero solo operazione (che richiama Goldfinger) e fuga, funzionerebbe, ma surf e tortura allungano ridicolmente il brodo. Per di più l’atmosfera visiva ingrigita e posticcia è sorprendentemente poco attraente. Peccato, perché l’action era buono — forse la cosa migliore dell’intero capitolo —, ma l’uscita di scena di Pierce Brosnan potrebbe essere celebre per il motto more is less

  1. On Her Majesty’s Secret Service: non era mai successo a quell’altro

Al principio di On Her Majesty’s Secret Service la saga di 007 fa i conti con l’assenza, per la prima volta, di Sean Connery, usando M, Q e Moneypenny che si interrogano su dove sia Bond. Salto al protagonista, inquadrato di spalle e per dettagli durante una corsa in auto con una donna avvenente e sfuggevole. E per salvarla dai flutti del mare al crepuscolo, James per la (seconda) prima volta si presenta e sbaraglia dei gangster inviati a bloccarlo. 

È un grande wow tutta la sequenza, con una fotografia spettacolare e un nuovo modo di mettere in scena il fisico di James Bond. L’esordiente ma prestante modello australiano George Lazenby sarà all’altezza di condurre 007 sull’altare abbandonando il servizio? Sicuramente appiattisce la presentazione «Bond, James Bond» con poco carisma. Non era mai successo a quell’altro…

  1. From Russia With Love: 007 nel labirinto

James Bond si aggira per un giardino a labirinto in un teso panorama notturno. Lo sta braccando un killer, armato di un insospettabile ed immediatamente iconico orologio garrota. Quando 007 viene eliminato, al culmine della tensione, si scopre essere un sicario con una maschera da Sean Connery, per compiere il letale addestramento dell’uomo della SPECTRE Red Grant

From Russia With Love, secondo film della serie, è il primo a cominciare con una cold open separata dal corpo principale, mentre Dr. No partiva con l’elegante sequenza dei titoli, altro irrinunciabile elemento di 007. Il franchise sta ancora cercando una formula e si vede nella repentina riduzione del pathos a fine segmento, ma c’è già audace creatività in questo prologo dalle tinte noir ed hitchcockiane.

  1. Casino Royale: 007 in bianco e nero

Casino Royale ricomincia tutto da capo, presentando James Bond dal momento in cui diventava 007. Ottiene la licenza di uccidere, notoriamente, dopo aver commesso due omicidi su commissione, i quali vengono mostrati su schermo in tutta la loro brutale freddezza, persino innestando per la prima volta il Gun Barrell dentro il film. 

Ma a colpire soprattutto della prima pre-title sequence di Daniel Craig è il suo aspetto visuale dirompente e inaspettato. La scena è girata completamente in bianco e nero, con un effetto di grana, piani olandesi e diverse sequenze tese, in un eccellente calcio d’inizio consapevole di evocare le atmosfere della guerra fredda.  

  1. Octopussy: Acrostar! 

Roger Moore è del tutto a suo agio nella sequenza prima dei titoli di Octopussy, dove si traveste da colonnello di una dittatura delle banane per infiltrarsi in una base militare. Ne fuggirà per mezzo del sorprendente Acrostar, il più piccolo velivolo al mondo, lungo e largo poco più di tre metri e mezzo. 

Il prologo di Octopussy, ideato originariamente per introdurre Moonraker, è una piccola missione auto conclusiva nella quale c’è tutto quello che ci aspettiamo da 007: una spalla sensuale ed avvenente, nemici appartenenti ad una inidentificata potenza militare straniera, humour e un mirabolante mezzo fantascientifico. Questo sì che è James Bond! 

  1. Tomorrow Never Dies: il bazar delle armi

La scena d’apertura di Tomorrow Never Dies, che appare come una sorta di remake in grande della pre-title di Octopussy, mostra James Bond in solitaria devastare un’asta d’armi sul confine russo e scappare facendo Top Gun, mentre M e i militarecci suoi ci forniscono istruzioni per la comprensione della trama. 

Affrancato dalla Guerra Fredda con GoldenEye, 007 può finalmente tuffarsi nei temi caldi del XXI secolo come mass-media e tecnologie. Il prologo di Tomorrow Never Dies, tuttavia, si prende la libertà di indugiare soprattutto sulle doti di un Pierce Brosnan mattatore splendido come non mai, esaltando il ritmo con gli stacchi —non sempre focalizzati— sull’MI6 e sul missile nella neve

  1. Moonraker: salto dal cielo

Moonraker comincia con una scena che è un anticipo eccezionale di tutto il film, svolgendosi interamente a mezz’aria, e pure una sequenza d’azione tra le più mozzafiato del capitolo spaziale di 007 e di tutta la carriera di Roger Moore nel ruolo. Bond in caduta libera si trova costretto a contendersi un paracadute solo con uno sgherro, insidiato pure dalla cartoonesca presenza del cavallo di ritorno Squalo

La scena venne ideata da Michael G. Wilson, che aveva scoperto una microcamera ad alta risoluzione che poteva essere installata su di un elmetto per poter ottenere agilmente riprese in alta quota. Per girarla furono coinvolti gli stunt-man aerei Jake Lombard e BJ Worth, che da quel momento entrarono nel cast fisso di 007 per tutti gli anni ‘80 e ‘90. 

  1. For Your Eyes Only: Blofeld mai più

Al tavolo di pre-produzione di For Your Eyes Only, qualcuno dev’essersi domandato cosa potesse fare più 007 dopo essere stato nello spazio. Convenne tornare coi piedi per terra, attraverso un plot più sobrio dei recenti kolossal, pur trattenendone gli elementi fortunati: inseguimenti sugli sci, immersioni e buffe automobili

La pre-title di For Your Eyes Only si preoccupa soprattutto di riadattare Roger Moore al canone, combinando pericolo e sentimenti. Dopo aver deposto un mazzo di fiori sulla tomba della moglie Tracy, James Bond è condotto su un elicottero che si scopre telecomandato a distanza da un cattivo che somiglia tantissimo a Blofeld senza esserlo esplicitamente (per ragioni legali). Eliminando l’arcano villain, in un colpo solo, sia 007 che Albert Boccoli si liberano di un grande peso.

  1. The Living Daylights: addestramento a Gibilterra

Un addestramento di routine dell’MI6 presso il protettorato di Gibilterra deraglia mortalmente a causa un infiltrato dell’Unione Sovietica che via via elimina tutti gli agenti coinvolti. 007 becca la talpa e la insegue in una caccia rocambolesca intorno alla scogliera e culminante in un folle lancio in mare. Coda, lievemente stonata, nella quale Bond si trattiene in barca con una donna capitata lì. 

Dopo On Her Majesty’s Secret Service e Live And Let Die, finalmente questo nuovo James Bond è introdotto in maniera degna, dosando i dettagli fino a rivelare epicamente il volto del nuovo agente 007. Adrenalinico e intenso, l’inchino d’ingresso di Timothy Dalton rinuncia alla simpatia delle iterazioni precedenti per offrire al personaggio più sfrontatezza, autorevolezza e pericolo.

  1. Quantum of Solace: sul lago di Garda 

Immediatamente dopo la conclusione di Casino Royale prende il via l’inizio di Quantum of Solace, un vorticoso (e geograficamente fantasioso) inseguimento dal Lago di Garda alle gallerie di Siena. Eclatante è la totale rinuncia ai gadget dell’Aston Martin, programmaticamente rimossi da un capitolo definitorio dello 007 di Daniel Craig. 

In meno di quattro minuti si delinea una sequenza epica al cardiopalma, tutta costruita sul ritmo di un montaggio all’avanguardia, frammentato e inavvicinabile. Fra tanti problemi provocati al film complessivo dal frenetico montaggio, la scena prima dei titoli ne è soltanto elevata. 

  1. Thunderball: jetpack! 

Thunderball fu un kolossal gigantesco e un campione al boxoffice dei suoi tempi, così pure l’inizio è fortissimo. Succede che James Bond si reca al funerale di un uomo della SPECTRE, trovandolo invece travestito dalla propria vedova; ma il momento più celebrato è (comprensibilmente) la fuga di 007 col jetpack dopo aver sbaragliato tutti i sicari nel castello. 

Il jetpack era un reale mezzo militare sperimentale e pericolosissimo, pane per James Bond, il modo più adeguato a introdurre la vicenda più grossa di sempre dell’eroe. Può sembrare anche un po’ grossolano, ma Sean Connery è in forma più che mai nel ruolo e convintissimo pure di volare, e chi siamo noi per non credere alle iperboli di 007? 

  1. The World Is Not Enough: inseguimento sul Tamigi

Quella di The World sia Not Enough allora fu la sequenza pre-title più lunga di sempre (poi scalzata da No Time To Die). 007 va a Bilbao a recuperare dei soldi per un amico personale di M, dunque torna a Londra per stuzzicare al solito Moneypenny, M e Q, ma un attentato interno all’MI6 lo obbliga a inseguire l’artefice del misfatto, la famigerata Maria Grazia Cucinotta, lungo il corso del Tamigi

Bello tutto: l’eleganza e l’adrenalina, Westminster e il Millennium Dome, la Q Boat e Pierce Brosnan al massimo dell’eleganza e dello humor. Ma perché è così lunga? Oggettivamente la trama è fin poco densa per occupare un quarto d’ora. Va detto che fu la prima scena importante ambientata nella capitale dell’impero in tutta la storia di 007, per la gioia della produzione e delle autorità londinesi. 

  1. No Time To Die: amore e morte

Senza pensarci troppo, la pre-title a Matera è una delle parti migliori di No Time To Die. Riflettendoci bene però, la sequenza complessiva posta prima dei titoli di testa è molto vasta ed eterogenea. Consiste, nello specifico, in un flashback in Norvegia ed un prologo alla trama ambientato in Sud Italia, per un totale di 23 minuti di film. Risaltano soprattutto la fotografia sognante e l’inseguimento con l’Aston Martin DB5 a Matera, uno dei più belli di sempre. 

La trama è tutta una girandola emotiva, costruendo un clima teso che vivrà poi per tutto il film: dall’house horror intorno alla maschera di Safin al meló di James e Madeleine, dalla struggente visita alla tomba di Vesper all’azione sfrenata in fuga dalla SPECTRE, sino all’amaro finale dell’abbandono. Rischiano quasi di annegare nella prolissità della sequenza due o tre istantanee veramente iconiche, come la rincorsa in moto verso il cielo e il salto dal ponte. Coerente e sontuoso l’addio di Daniel Craig. 

  1. GoldenEye: for England

007 raggiunge una base sovietica, la distrugge e scappa: inizio convenzionale, no? Ma, dopo sei anni di dubbiosa sospensione, per cominciare GoldenEye, occorreva un piece of action memorabile. Una salto nel vuoto, venti secondi, muti e tesissimi, cuore in gola, … applausi. James Bond è morto, lunga vita a James Bond. Pierce Brosnan, sontuoso, affascinante e sfacciato, incassa immediatamente il consenso del pubblico. 

La scena prosegue bene: chiaroscuri, incontro con 006, missione, sparatorie, infine rocambolesca fuga del solo protagonista, mentre l’altro apparirà sacrificato. Dopo i titoli di testa saranno trascorsi nove anni e scopriremo che Sean Bean si è votato altrove, ma avrebbe potuto essere un ottimo James Bond anche lui. E la sintonia tra i due che emerge dai primi momenti sarà il motore del film: for England, James

  1. Skyfall: missione a Istanbul

Daniel Craig è James Bond, non gli serve neanche più il Gun Barrell per presentarsi. A principio di Skyfall fa una cosa tutta sua: avanza nell’oscurità ostentando gli occhi di ghiaccio, incoraggiato da una fotografia mai così significativa e di alto livello. Si trova a Istanbul per un’operazione di recupero che va a finire male. Anche l’inseguimento col terrorista si risolve in un agente colpito sul campo: 007 casca fatalmente dal ponte (apparentemente) abbattuto da fuoco amico

Non solo Craig star, ma anche il debutto di Eve (Moneypenny) e la tempra di Judi Dench trovano spazio tra i minuti introduttivi di uno dei migliori film di James Bond in assoluto, dove tutto è raffinato per apparire al meglio. C’è ritmo, atmosfera, simboli, un cattivo sobrio ma carismatico, un conflitto chiaro dalle prime battute, un inseguimento intrigante, humor, eleganza, un finale sospeso e una location mozzafiato. Cosa vogliamo di più da una pre-title di 007? 

  1. Goldfinger: smoking bianco

Notturno. Un’anitra galleggia in un molo. Emerge James Bond, che sotto la muta da sub indossa un tux bianco elegantissimo. Detona un carico di droga e ha tempo per un rendez-vous con una femme fatale, interrotto da un sicario che elimina rapidamente. Ci ha messo tre film ad individuarla, ma ora la formula del prologo è scritta

In Goldfinger ci sono tutti gli ingredienti di 007: stile, tensione e donne. Da quello standard codificato, tutti andranno a pescare la loro pre-title. Anche gli effetti cinematografici datati, come lo speed-up sulle scene di lotta, capitolano di fronte alla magnificenza di Sean Connery nello smoking bianco

  1. The Spy Who Loved Me: salto dal picco

La pre-title di The Spy Who Loved Me è la più audace e sensazionale di tutti i tempi, con 007 che si lancia nel vuoto con un paracadute colorato a Union Jack. Sì, c’è anche una trama, come se non fosse sufficiente cotanta scena d’azione. Una nave militare scompare in piano oceano, non ne sa niente Mosca né l’Occidente, ma tutti chiamano i propri assi, entrambi impegnati sotto le lenzuola

Il fidanzato della maggiore sovietica Tripla X va in missione, così James Bond, abbandonando la compagnia. Durante uno spericolato inseguimento sugli sci 007 elimina il russo e, messo alle strette, si paracaduta epicamente verso la leggenda. Mai Roger Moore fu più James Bond di questo momento. 

  1. Spectre: the dead are alive

The dead are alive. Con questa scritta battuta a macchina su fondo nero comincia il prologo di Spectre, la scena più vasta e ambiziosa mai realizzata da 007 e probabilmente anche dal regista Sam Mendes. James Bond partecipa al Dia de los Muertos a Città del Messico, apparentemente in vacanza, in verità per seguire un target. Quel che sembra un semplice pedinamento si risolve nell’esplosione di un isolato e una lotta spericolata sull’elicottero che sorvola la piazza affollata

Oltre a reintrodurre il famigerato sindacato criminale con una scena chiave intrisa di suspense e simbolismo, l’inizio di Spectre è una splendida messinscena con migliaia di coinvolti, una palette sabbiosa iconica e pure un virtuosismo tecnico come il finto piano sequenza (perfettamente mascherato) che eleva il tono cinematografico del momento. Ebbe un‘eco talmente vasta che dal 2015 Città del Messico avrebbe ripreso a celebrare la ricorrenza: peccato solo che la prima scena sia la più bella e catartica dell’intero film. 

Edoardo & Enrico Borghesio

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