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La SPECTRE è l’organizzazione criminale immaginaria acerrima nemica di James Bond, specializzata nel fornire improbabili cattivi con altrettanto improbabili piani di dominazione del mondo. Se ogni azienda ha una sua mission strategica e organizzativa, quella di un’organizzazione denominata SPeciale Esecutivo per il Controspionaggio, Terrorismo, Ritorsione ed Estorsione non può certo essere vendere i gelati. Che il vostro desiderio sia dominare il mondo, provocare la terza guerra mondiale o rubare il Lektor, la SPECTRE ha gli uomini che fanno al caso vostro. 

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1. La riunione della SPECTRE in “Thunderball – Operazione Tuono” (1965).

Si tratta di una congrega rigidamente gerarchizzata, con a capo il Numero 1 dell’organizzazione, e a salire si va verso i pesci piccoli. Le prime posizioni (Numero 1, Numero 2, Numero 3, eccetera) sono riservate ai big, ovvero quelli che periodicamente si scontrano con Bond; dato che il sistema narrativo impone la vittoria da parte dei buoni e la sconfitta dei cattivi, purtroppo la SPECTRE è costretta a rinnovare le sue cariche piuttosto sovente. Al vertice delle operazioni ovviamente c’è il Numero 1, la cui identità è segreta e conosciuta solo da pochi eletti: tant’è che anche alle riunioni preferisce sempre tenere nascosto il proprio viso, mostrandosi dal busto in giù. Segno distintivo è però il meraviglioso gatto bianco che si tiene in braccio costantemente. 

Ogni volta che bisogna accogliere un nuovo membro, o scegliere con quale piano venire sconfitti a questo giro da James Bond, la SPECTRE riunisce le proprie cariche principali presso una sala buia e all’ultimo grido in fatto di arredamento di interni. Tavoloni lunghi in mogano elegante, sedie rivestite in pelle, botole a tradimento: tutti quei dettagli che in una sala riunioni che si rispetti non possono mancare. Queste vetrine di design si trovano sempre nei luoghi più improbabili del globo: crateri di vulcani, in cima alle Alpi, a due passi dalla cattedrale di San Pietro. Però del resto se uno ha molti soldi, tanto vale che li spenda, no? Ma chi è il Numero 1? Chi è colui che mette la propria firma sulle lettere di licenziamento della SPECTRE? 

I membri della SPECTRE

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2. Il Persiano Chinchillà di Blofeld in “Dalla Russia con amore” (1963).

Ma è lui ovviamente! Ernst Stavro Blofeld, iconico, inafferrabile e ispiratore di numerosissime imitazioni e parodie. Egli sta saldo alla sedia con il proprio gatto del quale non conosciamo il nome (ma la razza è Persiano Chinchillà, se ve lo stavate chiedendo) e da lì fulmina i collaboratori che hanno tentato di sabotarlo, o getta in pasto ai piranha chi fallisce nel proprio piano: non proprio quello che si definisce un buon datore di lavoro, ma tant’è, e bisogna accontentarsi. Il personaggio ha avuto moltissimi volti cinematografici, che sono cambiati praticamente per ogni pellicola in cui egli è comparso: Anthony Dawson, Donald Pleasence, Telly Savalas, Charles Gray, Max von Sydow e Christoph Waltz sono i nomi dei vari interpreti avvicendatisi sulla poltrona del Numero 1 della SPECTRE.

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3. Gli interpreti di Blofeld negli anni: Anthony Dawson (1963-65), Charles Gray (1971), Telly Savalas (1969), Christoph Waltz (2015-20), Donald Pleasence (1967), Max Van Sydow (1983).

Alcuni suoi collaboratori (cinematografici) sono il machiavellico Dr. No, l’incarognita Rosa Klebb, lo spietato Red Grant, il carismatico Emilio Largo, la femme fatale Fiona Volpe, l’improbabile duo composto dal Signor Wint e dal Signor Kidd, e ancora il freddo Mr. White, il distinto Marco Sciarra, e il sadico Mr. Hinx. Ognuno ha avuto il suo attimo di gloria nel quale la SPECTRE si è affidata ai loro servigi, ma purtroppo nessuno di essi può mai averla vinta con l’agente doppio zero. La storia della SPECTRE e del suo sfruttamento cinematografico è più complessa di quanto si possa credere. Vediamola insieme.

Genesi della SPECTRE

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4. Ian Fleming, il “papà” di James Bond.

È per esigenze narrative che Ian Fleming inventa la SPECTRE: siamo nel 1961 e i rapporti tra Stati Uniti e Unione Sovietica stanno cominciando a distendersi, perciò inizia ad avere poco senso continuare a basare le trame dei romanzi su questa rivalità. Fino a quel momento gli acerrimi nemici di James Bond erano stati quelli del reparto di controspionaggio dell’URSS, ovvero l’organizzazione denominata SMERSH. Perciò per l’autore britannico urge creare un’organizzazione altrettanto formidabile e altrettanto malvagia. Inizialmente si pensava alla mafia italiana (ecco perché Emilio Largo è italiano), ma poi si ripiega su qualcosa di più originale.

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5. Kevin McClory (a sinistra) insieme a Sean Connery, al produttore Albert R. Broccoli e al regista Terence Young, mentre si recano sul set di “Thunderball – Operazione Tuono” (1965).

Sono gli stessi anni in cui Fleming sta cercando disperatamente uno studio disposto ad accettare di realizzare un film a partire dai suoi romanzi. C’era già stato un tentativo americano di adattare il romanzo “Casino Royale” del 1953, ma non aveva avuto molto successo e dopo una serie di porte chiuse Ian Fleming capisce di dover scrivere una storia più appropriata ad essere rappresentata cinematograficamente. Si rivolge al giovane produttore irlandese Kevin McClory affascinato da un suo film precedente; nel 1959 inizia dunque una serie di sedute di scrittura e riscrittura di una storia che sia convincente per il cinema. Fleming invia addirittura un telegramma ad Alfred Hitchcock per chiedergli se voglia dirigere il film in questione, ma il famoso regista britannico declina l’offerta. Intanto il film di McClory da cui Fleming era affascinato non viene accolto granché dalla critica e l’autore di James Bond capisce che quello accanto a lui non è poi un gran talento: pian piano inizia ad ignorarlo. McClory a quel punto diventa quel tipico amico che tutti abbiamo, che ogni tanto ti chiama per prendere un caffè insieme ma tu proprio non vuoi saperne: ecco allora che al tavolo di scrittura viene presentato Jack Whittingham, esperto drammaturgo inglese, per dare una mano a scrivere questo benedetto soggetto. A partire da alcune idee di McClory e altre di Fleming salta fuori un mezzo script di Whittingham intitolato “Longitude 78 West”; a Fleming non interessa più di tanto, ma lo legge ugualmente e non è affatto male! Cambia il titolo in “Thunderball” e lo mette nel cassetto. Il cielo in una stanza e il tuono in un armadio, giustamente. 

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6. Jack Whittingham, autore del primo script di “Thunderball”.

Contemporaneamente i diritti dei romanzi di Fleming (tutti quelli pubblicati fin lì eccetto “Casino Royale”) vengono acquistati da quel duo sgangherato composto da Albert ‘Cubby’ Broccoli e Harry Saltzman, che decidono di trarre uno o più film dai libri prodotti dalla EON Productions, fondata per l’occasione (clicca qui per approfondire l’argomento). Fleming si stufa dei problemi che gli ha dato McClory e trasforma quello script rimasto nel cassetto in un libro: “Operazione Tuono”, pubblicato nel 1961. McClory e Whittingham non sono accreditati, se non per una piccola nota a carattere 10 nell’ultima pagina: forse è per questo che i due co-autori si rivolgono (invano) ad un tribunale per bloccare la pubblicazione della nuova avventura letteraria di James Bond. Il romanzo ha comunque un buon successo ed è il primo della cosiddetta “trilogia della SPECTRE”.

Nei romanzi 

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7. Le copertine originali dei romanzi che compongono la “trilogia della SPECTRE”.

Non si sa bene se il nome SPECTRE lo abbia inventato Fleming o McClory, ma è certo che la parola balenava nella mente dello scrittore già da tempo: la città di Spectreville in “Una cascata di diamanti” e lo Spektor in “Dalla Russia con amore” ne sono delle prove. In ogni caso, questa organizzazione criminale è la perfetta nemesi di James Bond nel romanzo “Operazione Tuono”: senza stare a riprendere la trama del libro (che è abbastanza simile al film), possiamo dire da subito che la SPECTRE si riunisce a Parigi e il Numero 1, Ernst Stavro Blofeld, assegna un articolato piano al Numero 2, Emilio Largo, che ha come scopo ultimo rubare delle testate nucleari per estorcere denaro alle maggiori potenze mondiali. Ce la faranno? Ma certo che no! Arriva Bond a salvare la situazione. È curioso notare che, nelle primissime versioni della storia, Emilio Largo era un boss appartenente alla mafia italiana, e non alla SPECTRE.

Nel 1962 viene pubblicato “La spia che mia amava”, dove la SPECTRE viene giusto menzionata; nel 1963 viene pubblicato “Al servizio segreto di Sua Maestà”: di fatto, l’eccellente film omonimo è l’adattamento più fedele mai realizzato in casa Bond. Si tratta del primo incontro letterario tra l’agente doppio zero e il Numero 1, e a questo giro lo scopo dell’organizzazione criminale è quello di diffondere un virus che stermini il bestiame di tutto il mondo per perpetrare la solita estorsione su vasta scala. Ovviamente Blofeld (che qui cerca di farsi certificare come conte Balthazar de Bleuville) non riuscirà a spuntarla, ma farà in tempo, prima della fine del romanzo, ad assassinare la signora Bond.

James non prende la cosa tanto alla leggera, e nel romanzo successivo (“Si vive solo due volte”, 1964) cerca la propria vendetta. Ecco, in questo caso film e romanzo non c’entrano niente l’uno con l’altro. In parole povere, Bond si trucca da giapponese per entrare nel castello dove Blofeld coltiva piante carnivore e alleva piranha assassini per coadiuvare i suicidi assistiti dei giovani giapponesi disillusi che visitano la magione: sembra assurdo ma non è affatto caricato, è proprio così. Evviva gli anni Sessanta! Spoiler: alla fine del romanzo Bond vince ma perde la memoria.

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8. Ian Fleming firma il contratto per la realizzazione dei film di 007 alla presenza di Albert Broccoli, Sean Connery e Harry Saltzman.

Volete sapere come va avanti la saga della SPECTRE? Non potete. Mentre Whittingham si è sfilato dalla situazione, McClory continua a intentare una causa sull’altra a Fleming e alla fine lui si stufa di scrivere romanzi sulla Spectre. Fortuna che al cinema la saga di 007 va bene, anche se quel Connery non è il massimo le entrate vanno benissimo. Tra l’altro Fleming morirà proprio nell’agosto del 1964 a causa di un infarto, perciò a lungo andare sarebbe stato comunque complicato portare avanti la SPECTRE. L’organizzazione tornerà poi in tre romanzi degli anni Ottanta di John Gardner considerati canonici, rifondata e diretta dal colonnello Tamil Rahani.

Al cinema

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9. Il Dr. Julius No (Joseph Wiseman) in “Licenza di Uccidere” (1962).

Nel 1962 esce al cinema il primo film di James Bond, “Licenza di uccidere”. Non si sa bene se Fleming l’abbia apprezzato o meno, però il suo sogno di portare la propria creatura al cinema è riuscita, e va bene così: James Bond è Sean Connery e il villain è il perfido Dr. Julius No, affiliato della SPECTRE che progetta di sabotare le missioni spaziali ricorrendo a plausibilissimi draghi meccanici e acquari dalle pareti spesse. Segni particolari: mani di metallo e occhi finti asiatici. Notare che nel romanzo originale il Dr. No non è minimamente affiliato all’organizzazione criminale di cui stiamo parlando. L’anno successivo esce un nuovo film e la EON Productions raddoppia la posta in gioco, iniziando a presentarci il funzionamento della temibile organizzazione: assassini, terroristi ed ex spie dei vari governi del mondo ne fanno parte e sottopongono i propri piani al Numero 1 interpretato da Anthony Dawson, del quale non vediamo la faccia ma solo il gatto tra le sue braccia. A questo giro lo scopo è rubare una macchina di decifrazione sovietica e sabotare l’immagine di 007 in un colpo solo. Ci riusciranno? Ovviamente no. A questo punto la produzione si prende una pausa dall’organizzazione di Blofeld per mostrarci il grottesco magnate Goldfinger nel tentativo di diventare l’uomo più ricco della terra nel film “Missione Goldfinger” del 1964. 

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10. Emilio Largo (Adolfo Celi) in “Thunderball” (1965).

E in un attimo, eccoci giunti al quarto capitolo di questo astro nascente del cinema: “Thunderball (Operazione Tuono)”. Qui la situazione si fa un po’ più complicata. Chi ha scritto il soggetto? Chi deve produrre il film? L’avete capito? Ma ovvio: il mondo cinematografico dell’agente 007 vede il ritorno di una sua vecchia conoscenza: Kevin McClory a rapporto come produttore della pellicola! Il film si adatta abbastanza bene alla trama del romanzo e ci presenta ancora una volta l’anonimo cattivone supremo (ancora Dawson) affidare la missione al suo Numero 2 Emilio Largo, interpretato dall’italiano Adolfo Celi (qui un nostro approfondimento sugli attori italiani comparsi nei film di 007). La saga di James Bond in tal senso è piuttosto monotona e anche stavolta il film si conclude con l’ineluttabile vittoria dell’agente doppio zero.

La comparsa di Blofeld

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11. Ernst Stavro Blofeld (Donald Pleasence) in “Si vive solo due volte” (1967).

Nel 1967 esce la quinta pellicola della fortunata serie cinematografica, intitolata “Si vive solo due volte”. La sceneggiatura scritta dall’autore di romanzi per ragazzi Roald Dahl è una rielaborazione molto forte del romanzo, ma di pregevole c’è che Ernst Stavro Blofeld entra in scena direttamente per la prima volta, con le fattezze dell’attore Donald Pleasence, con giacca coreana e celeberrima cicatrice sull’occhio: ovviamente è presente anche il gatto, protagonista di un divertente blooper. Come interprete del villain sarebbe dovuto tornare Anthony Dawson, ma una volta preparatosi per la parte i produttori si rendono conto che non ha la faccia da Blofeld, e così ingaggiano il cecoslovacco Jan Werich; finite le sue riprese però sono tutti ancora insoddisfatti, perciò viene nuovamente sostituito dal Donald Pleasence che rigira tutte le scene di Blofeld. Le scenografie di Ken Adam qui danno il massimo, creando la base della SPECTRE all’interno di un vulcano fasullo che entrerà nell’immaginario collettivo del villan per eccellenza.

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12. Ernst Stavro Blofeld (Telly Savalas) in “Al servizio segreto di Sua Maestà” (1969).

Nel film successivo George Lazenby sostituisce Connery nei panni di James Bond e di conseguenza si decide di cambiare volto anche a Blofeld: dunque è il greco Telly Savalas a sostituire Pleasence. Stiamo parlando di “Al servizio segreto di Sua Maestà”, del 1969. Perché non è tornato Donald Pleasence? Il regista del film, Peter Hunt, trovava la sua camminata troppo artificiosa e irritante, tanto da tagliare le scene in cui egli si vedeva camminare nel film precedente, del quale era stato l’editor. A ben guardare ha poco senso che i due acerrimi rivali non si riconoscano dopo essersi già incontrati nel capitolo precedente, ma con un buona dose di sospensione dell’incredulità si può assumere che entrambi si siano sottoposti ad interventi chirurgici che li rendano irriconoscibili tra di loro. Nonostante l’attore protagonista non sia un interprete particolarmente dotato, il film è ad oggi reputato uno dei migliori della saga. Questo però all’epoca non basta per impedire ai produttori di pregare Sean Connery di tornare.

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13. Ernst Stavro Blofeld (Charles Gray) in “Una cascata di diamanti” (1971).

Detto, fatto: nel 1971 esce l’ultimo film con Sean Connery nei panni di 007; “Una cascata di diamanti” è uno tra i capitoli più bruttini dell’intera saga, e non ha niente a che vedere con il romanzo omonimo. Mentre nell’originale la SPECTRE non era affatto coinvolta, in questa pellicola il cattivo è ancora una volta Blofeld, interpretato stavolta da quel mascellone di Charles Gray, già comparso per un ruolo minore nel film del 1967. Stavolta è espressamente richiesto dalla trama della pellicola che Blofeld abbia delle fattezze differenti: la storia si apre infatti con un intervento chirurgico del Numero 1 della SPECTRE che lo renda irriconoscibile. Lo stesso Connery però, ultimata la pellicola, ad un giornalista curioso risponde che egli ha finito con James Bond, e non lo rifarà mai più: “Never again” sono le sue parole.

Il problema dei diritti

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12. Roger Moore interpreta James Bond per la prima volta in “Vivi e lascia morire” (1973).

Dopo “Una cascata di diamanti” i rapporti tra Sean Connery e i produttori sono sempre più tesi, così come le pressioni legali di McClory per quanto riguarda l’utilizzo della SPECTRE sono sempre più pesanti. La EON fa dunque una virata verso un attore molto british e già piuttosto famoso, adocchiato da tempo per il ruolo, ma disponibile solo ora: Roger Moore è pronto ad entrare in servizio come agente 007 a partire da “Vivi e lascia morire” del 1973. Dopo quella prima pellicola interpreterà Bond ancora per altre sei volte, ma non si scontrerà mai più con la SPECTRE, o quasi.

Dopo la vendita dei diritti dei romanzi da parte di Fleming a favore di Broccoli & Saltzman, i due avevano fondato nel 1962 la Danjaq LLC, una holding company studiata ad hoc per detenere i diritti di tutto ciò che riguardava il mondo cinematografico di 007. La società, chiamata così in onore delle due rispettive mogli Dana Broccoli e Jacqueline Saltzman, era posseduta dal duo con il 50% delle quote a testa. A causa di alcuni investimenti finanziari sbagliati Saltzman è costretto a vendere le sue quote della Danjaq alla United Artists nel 1975, quote che poi verrano ricomprate da Broccoli una decina di anni dopo: da qui in poi la Danjaq, e di conseguenza tutti i diritti di sfruttamento cinematografico di James Bond, passano sotto l’influenza della famiglia Broccoli, perciò le grane sono per forza di cose tutte loro. Il motivo per cui nelle pellicole di 007 degli anni Settanta la SPECTRE rimane inutilizzata dovrebbe essere piuttosto chiaro a questo punto: Kevin McClory sostiene di essere l’unico vero creatore di questa organizzazione fittizia, perciò nessuna pellicola con Blofeld e compagnia può essere realizzata senza il suo consenso. Ma allo stesso tempo la Danjaq possiede i diritti cinematografici della SPECTRE, no? Ecco, la questione è piuttosto complessa: inizia una battaglia legale delle famiglie Broccoli vs. McClory che va avanti per una quarantina di anni, e che si placa o si inasprisce a periodi alterni. È per questo che durante la fase Roger Moore i Broccoli scelgono eccentrici miliardari e Unione Sovietica come avversari di Bond.

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13. La scena iniziale di “Solo per i tuoi occhi” (1981), nella quale Bond uccide finalmente quello che sembra essere Blofeld.

Però, giunti alla quinta pellicola con protagonista Moore questa storia della SPECTRE inizia a essere sfiancante per i produttori: facciamo che tagliare simbolicamente il cordone ombelicale con quel piantagrane di Blofeld. Durante la pre title sequence di “Solo per i tuoi occhi” (1981) Bond si ritrova a combattere contro Ernst Stavro Blofeld, e lo uccide definitivamente facendolo precipitare in una ciminiera (difficile, non impossibile). Sono vani i tentativi del cattivo di corrompere il buon James promettendogli una catena di supermercati. In tutta la scena, però, Blofeld non viene mai chiamato per nome né mostrato in faccia, si vede solamente il suo immancabile felino di compagnia: questo per evitare le solite controversie legali inerenti la proprietà dei diritti sul personaggio. Il ruolo era interpretato dal semi sconosciuto John Hollis e doppiato in originale da Robert Rietti, attore italo americano che fece anche un cameo in “Mai dire mai” del 1983 (qui trovate qualche informazione aggiuntiva su di lui); nessuno dei due è mai stato accreditato per aver interpretato Blofeld, ma solo per il “misterioso villain sulla sedia a rotelle”. E anche questo Blofeld ce lo siamo tolti dai piedi, forse.

“Thunderball” – Una storia senza tempo

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14. Un art work pubblicitario di “Mai dire mai” (1983).

A Kevin McClory proprio non va giù come è stato trattato e soprattutto come è stato realizzato il suo soggetto: il film “Thunderball” non rispetta le aspettative. Perché non farne un remake ripristinando le idee originarie di McClory e Whittingham? Così, a metà degli anni Settanta, l’irriducibile produttore inizia a mettersi al lavoro su una nuova versione del proprio vecchio soggetto, che vuole intitolare “Warhead”. Broccoli lo viene a sapere, ma non ne è particolarmente preoccupato, ritenendo che il pubblico saprà distinguere l’originale dalle imitazioni. Peccato che poi salti fuori il nome dell’attore protagonista di McClory: nientemeno che Sean Connery. Moore, che stava già valutando di abbandonare il ruolo, a quel punto la prende sul personale e decide di girare ancora una pellicola in modo da vedere chi l’avrebbe spuntata in un faccia a faccia serio come Connery vs. Moore. Tra l’altro, il titolo scelto per la pellicola di McClory è uno sberleffo in piena regola: “Never say never again” scimmiotta quella che fu la dichiarazione di Connery anni addietro. Alla fine nel 1983 escono sia “Mai dire mai” (questo il titolo italiano della pellicola considerata apocrifa) sia “Octopussy – Operazione Piovra”; vengono rilasciati a qualche mese di distanza, perciò non c’è un vero testa a testa, tuttavia, a conti fatti, il film della EON incassa un po’ di più. Moore ne è felice e gira un altro film, il suo ultimo, alla bellezza di 57 anni. 

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15. Ernst Stavro Blofeld (Max Von Sydow) in “Mai dire mai” (1983).

“Mai dire mai” è un adattamento di “Thunderball”, ma tanti dettagli sono cambiati: il cattivo è Maximilian Largo e il suo superiore Ernst Stavro Blofeld stavolta ha le sembianze di Max Von Sydow; Fiona Volpe è diventata Fatima Blush (nome che portava anche nello script originale), il film si svolge in alcune zone diverse del mondo, Bond e Largo si sfidano a colpi di videogiochi: cose che non si vedono tutti i giorni, insomma. Ma McClory non è ancora soddisfatto e ci riprova: nel 1989 approccia Pierce Brosnan per fargli interpretare un ulteriore remake di “Thunderball”, anni prima che egli divenisse il nuovo Bond, ma non ci riesce. Tutti gli anni Novanta comportano un’ulteriore serie di battaglie legali e McClory non riuscirà mai a realizzare il proprio “Warhead 2000 AD”. Addirittura nel 1992 inizia ad accordarsi con il produttore de “Il padrino” per realizzare uno show tv su James Bond, ma la EON ovviamente blocca il progetto. McClory muore a 82 anni il 20 novembre 2006, quattro giorni dopo l’uscita britannica di “Casino Royale” con Daniel Craig. A quel punto tutti i diritti e le diatribe legali passano in mano ai famigliari di McClory, che non hanno molto interesse a portare avanti la questione; il 15 novembre 2013 la Danjaq dichiara di essere entrata amichevolmente in possesso di tutti i diritti appartenenti a McClory: la SPECTRE torna a casa Bond. A questo punto è inevitabile un suo reinserimento nel franchise cinematografico.

Quantum of Bond

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16. Il sesto attore a vestire i panni di Bond, Daniel Craig, insieme ai suoi produttori Michael G. Wilson e Barbara Broccoli.

Nel 2006 esce nei cinema di tutto il mondo “Casino Royale”, con Daniel Craig nei panni del nuovo 007. Rude ma fallibile, realistico e sentimentale, il nuovo James Bond tenta di ripartire da zero con la storia dell’agente con la licenza di uccidere. “Casino Royale” è infatti il primo romanzo che lo vede protagonista, ma i diritti sono girovagati molti anni prima di riapprodare in casa EON Productions, che dopo la morte di Cubby Broccoli e di sua moglie ora è in mano alla figlia Barbara Broccoli e al figliastro Michael G. Wilson. Si sceglie dunque di operare un reboot della saga, cancellando tutto ciò che viene prima e tentando una strada inedita, cioè fornire una continuità tra un episodio e l’altro. Se già in questa pellicola cominciamo a intravedere un’organizzazione criminale multinazionale che sta dietro ai traffici finanziari di Le Chiffre, è il sequel diretto “Quantum of solace” (2008) a rivelarci che Mr. White lavora in effetti per una compagnia di affari poco leciti chiamata Quantum, che ha uomini dovunque e non si ferma davanti a nulla. 

Quantum è un concetto nuovo, che sembra da subito staccarsi nettamente dalla SPECTRE, e il perché ce lo spiega lo stesso Michael G. Wilson: “Cercavamo di capire come potesse funzionare una attuale organizzazione criminale, e abbiamo pensato che qualcuno che sembra usare metodi illegali per monopolizzare le risorse del Pianeta e manipolare i governi sarebbe stato un degno rivale. SPECTRE era un po’ datata, Quantum è molto più sofisticata. Non è una organizzazione mafiosa, non cercano le cose che i villain cercano tradizionalmente: sono molto più sofisticati e lavorano a un livello superiore.” Si tratta chiaramente della volpe e l’uva: ricordiamo che all’epoca la Danjaq ancora non deteneva i diritti per lo sfruttamento cinematografico dell’organizzazione di Blofeld. In ogni caso subentrano problemi finanziari che bloccano la produzione del nuovo capitolo per qualche tempo. Quando ci si riprende, si fa uscire nel 2012 una pellicola scollegata da Quantum e da Mr. White, celebrativa dei 50 anni dall’uscita cinematografica di “Licenza di uccidere”.

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17. La presentazione del cast di “Spectre” (2015): Naomie Harris, Lea Seydoux, Daniel Craig, Monica Bellucci, Christoph Waltz.

”Skyfall” riscuote un enorme successo, perciò si riconferma la regia di Sam Mendes, il quale dirige in pompa magna la presentazione stampa della 24esima avventura cinematografica di James Bond. Durante questa giornata vengono riconfermati gli storici ruoli reintrodotti nel capitolo precedente (M, Q, Moneypenny), ma vengono anche presentate alcune novità: dalla nuovissima Aston Martin DB10 alla Bond girl Lea Seydoux, dalla presenza di Christoph Waltz nei panni del misterioso villain Franz Oberhauser alla rivelazione del titolo di Bond24, ovvero “Spectre”, con uscita fissata per fine 2015; non giunge voce di un nuovo Blofeld per il momento, anche se…

La nuova Spectre

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18. Ernst Stavro Blofeld (Christoph Waltz) in “Spectre” (2015).

Durante il corso dei mesi che precedono l’uscita di Bond24 e dal film stesso scopriamo moltissime novità: nonostante la nuova Spectre (non più tutta maiuscola, perché non è più un acronimo) continui ad organizzare riunioni dei propri tesserati in stanze poco illuminate e con il proprio Numero 1 a capotavola, sembrerebbe che ora si sia evoluta. L’organizzazione criminale non è più una multinazionale rintanata nei suoi covi che ogni tanto invia i propri emissari, ma si è insinuata nei tessuti governativi, si è infiltrata ai massimi livelli, gestisce attentati terroristici su larga scala e traffico di medicinali, è come una piovra che con i suoi tentacoli avvolge ogni cosa. Se finora l’anello con il simbolo della piovra era sempre stato un semplice carattere distintivo dei membri dell’organizzazione, il nuovo design è più sobrio ed efficace nell’indicarne la strategia. Veniamo a sapere da Mr. White in persona che Quantum non era altro che una società fittizia sussidiaria della Spectre, e che il Numero 1 è a capo di ogni singola operazione. Ma chi è costui?

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19. L’evoluzione del logo della SPECTRE negli anni.

Ad un certo punto arriva un gatto e tutto appare più chiaro. Nella seconda parte del film gli sceneggiatori si sono sbizzarriti creando una situazione poco credibile e al limite dell’assurdo, ma caratteristica delle enormi novità apportate: Franz Oberhauser è il fratellastro di James Bond, ed è egli stesso ad essersi mutato il nome in Ernst Stavro Blofeld, intervenendo ogni volta che 007 manifestava felicità per rovesciare il suo mondo. Dunque non solo i villain di “Casino Royale” e “Quantum of solace”, ma anche Raoul Silva di “Skyfall”, erano in qualche modo affiliati alla Spectre. Quest’organizzazione è infiltrata talmente ai massimi livelli che il Regno Unito sta per firmare un accordo che la esporrà agli occhi sempre vigili dell’organizzazione di Blofeld, ma non ha fatto i conti con Bond. In tutto questo manca all’appello la cicatrice di Blofeld, che compare solo nel finale a causa dell’intervento di Bond stesso.

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20. Ernst Stavro Blofeld (Christoph Waltz) in uno screenshot dal trailer di “No time to die” (2020).

Il film si chiude con l’arresto (non la morte) di Blofeld: una volta che hai un cattivo così certo non lo butti via alla sua prima pellicola, e difatti sappiamo che il personaggio torna in “No time to die”, in uscita alla fine di quest’anno. Tuttavia le informazioni di cui siamo in possesso sono scarse: sembra che Blofeld sarà imprigionato, l’uomo più sorvegliato d’Inghilterra, mentre un certo Safin (Rami Malek) la farà da padrone come villain principale. In uno spot televisivo diffuso dalla produzione prima del rinvio dovuto all’emergenza Covid-19 sentivamo Blofeld dire addirittura “Il tuo nemico è il mio nemico”, ma che significa? Dobbiamo attendere l’uscita di ”No time to die”, il prossimo novembre, per scoprirlo.

E questa è la storia, un po’ prolissa, della SPECTRE, l’acerrima nemica di James Bond. Chi l’avrebbe mai detto che la questione sarebbe potuta essere così complicata? Sembra quasi una missione per Bond: “Agente 007 – Operazione SPECTRE”.

APPENDICE: DOPO LA VISIONE DI NO TIME TO DIE

No time to die è un film piuttosto rivoluzionario per come affronta il tema della SPECTRE, liquidata ancora prima della metà del film. Questo Safin vuole infatti vendicarsi di un torto subito anni prima da parte dell’organizzazione criminale di Blofeld e usa proprio Bond per uccidere il leader criminale attraverso un virus creato in laboratorio grazie alle nanotecnologie.

È la prima volta che la SPECTRE viene smantellata e che Blofeld viene senza ombra di dubbio eliminato al cinema, e paradossalmente tutto ciò avviene neanche per mano di Bond, ma per un cattivo che si rende anche fautore della morte di Bond stesso. Al di là dell’apprezzamento o meno di No time to die, viene da chiedersi il senso della reintroduzione della SPECTRE per sbarazzarsene così rapidamente, ma è facilmente comprensibile vista la necessità di chiudere tutte le storie lasciate aperte nella continuity del ciclo Craig.

Una menzione la merita comunque la comparsa di una SPECTRE meno seriosa e più grottesca, caratterizzata da bizzarri figuri che fanno il cosplay di Blofeld o comunicano attraverso parti del corpo meccaniche. La festa a Cuba, il “bunga bunga della SPECTRE” è uno dei momenti più spiazzanti di tutta la saga di 007 per come mostra quella che alla fine non è più che una cricca di anziani corrotti e perversi che festeggia in maniera esagerata il compleanno del loro leader. Purtroppo non si riesce a farsi un’idea completa di questa “nuova” SPECTRE perché è presente in scena per pochissimo tempo.

Vista la necessità (sempre più pressante nella Hollywood contemporanea) di creare film in continuità tra loro, dal futuro ci aspettiamo un ritorno della SPECTRE, magari gerarchizzata come nei primi film, che invierà un emissario per ogni avventura contro il nuovo 007. Per ora non si può dire, quello che è certo è che di recente è stata introdotta in maniera confusa e disordinata, e che una maggior coerenza interna sarà apprezzata dai fan.

Edoardo & Enrico Borghesio

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Crediti immagini:

Immagine in evidenza – Screen Crush

1 – Classic Driver Magazine

2 – Wikipedia

3 – Daily Kos

4 – Minima & Moralia

5 – Thunderballs

6 – James Bond Wiki

7 – Lega Nerd

8 – James Bond 007

9 – Wikipedia

10 – James Bond 007

11 – YouTube

12 – Sporcle

13 – Screen Rant

14 – Best Actor

15 – What Culture

16 – Full Dinosaur

17 – Twitter

18 – James Bond 007

19 – Time

20 – James Bond Wiki

21 – Vippng

22 – Maxim